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2007

2007

Finisce con l’assoluzione dei generali la vicenda processuale: “Il fatto contestato non è più previsto dalla legge come reato”. Mentre ancora sono accese le polemiche, parla inaspettatamente Francesco Cossiga in un’intervista radiofonica a “Baobab”: “Con la strage di Ustica il colonnello Gheddafi non c’entra niente, non lo dico il Paese che a mio avviso ha mandato l’aereo… e che ha puntato male il missile”.
È una dichiarazione che fa scalpore perché Cossiga aveva sempre affermato di essere stato informato di “un cedimento strutturale”; al contrario, ora esprime la convinzione “che l’aereo italiano caduto a Ustica fosse stato abbattuto per errore da un caccia alleato con un missile non a impatto ma a risonanza che, nascosto al radar avversario, aveva acquisito un obiettivo ostile e sbagliò l’angolo di lancio. Mi indicò questa ipotesi il direttore del Sismi ammiraglio Martini quando io presidente della Repubblica, su richiesta dell’Associazione delle Vittime e in particolare della collega Bonfietti, donna coraggiosa, forte, risoluta e prudente, sollecitai perentoriamente il Governo, dietro suggerimento del mio consigliere militare Nardini, a provvedere al recupero del relitto, cosa che non si era fatta… perché troppo difficile e costosa”.
Un relitto di un aereo con il museo costruito tutt’intorno, a partire dall’installazione dell’artista contemporaneo Christian Boltanski: è il Museo per la Memoria di Ustica, il frutto di un’idea lanciata dall’Associazione Parenti delle Vittime negli anni ‘90 e realizzato nel giro di un anno da quando il relitto del DC-9 è stato riportato a Bologna. “È un’opera in cui abbiamo creduto moltissimo – ha spiegato Daria Bonfietti – perché vogliamo ricordare, capire, andare avanti nella ricerca della verità”. Il museo è all’interno di tre vecchi depositi delle tramvie inutilizzati ed è stato finanziato da Comune e Provincia di Bologna, Regione Emilia-Romagna, Ministeri di Grazia e Giustizia e dei Beni Culturali.
L’opera di Boltanski, donata dall’artista francese, è un’installazione che non solo ha rimesso insieme quello che resta dell’aereo, ma l’ha anche circondato di 81 specchi, di 81 voci, di 81 lampadine che provano (con un crescere e diminuire d’intensità) a restituire alle 81 vittime almeno il respiro della memoria. Compito di un artista non è cercare la verità e l’impegno civile, Boltanski non vuol sostituirsi né alla storia né alla magistratura. “Ho voluto ricostruire la memoria della catastrofe ma con gli specchi anche far partecipare ogni spettatore”.
Un “salutare pugno nello stomaco”, così lo definisce il ministro per i Beni e le Attività culturali, Giovanna Melandri, durante la cerimonia di inaugurazione: un luogo che restituisce un pezzo di giustizia all’enorme ingiustizia del silenzio.
In occasione dell’anniversario, la sera del 27 giugno viene rappresentata un’orazione civile “Ultimo volo” realizzata da Pippo Pollina; sul palco il Palermo Acoustic Quartet con i professori d’orchestra degli Archi della Filarmonica Arturo Toscanini diretta da Dimitri Jurowski. Musiche, canzoni d’impegno civile si alternano a dialoghi interpretati da Daniela Piccari e Vito, e monologhi scritti e letti dal filosofo Manlio Sgalambro.
La Sezione II Civile del Tribunale di Palermo condanna i Ministeri dei trasporti e della difesa per i loro comportamenti nella vicenda di Ustica.

Pippo Pollina è un grande artista che a partire dalla sua Sicilia e da esperienze giornalistiche con “L’Ora” di Claudio Fava ha poi percorso le strade del mondo, incontrando certamente più fama all’estero che in Italia. Con questo spettacolo, che nasce in occasione dell’inaugurazione del Museo, riannoda i fili con la sua terra, accompagnato da Manlio Sgalambro, per un grande evento musicale nel quale si uniscono musica e poesia, sottolineando il senso della ricerca della verità e del dolore per le persone scomparse.

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