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2000

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Inizia nell’aula bunker di Rebibbia, davanti alla Terza Corte d’Assise di Roma, presidente Giovanni Muscarà, il processo per Ustica: sarà solo un processo parziale perché mancano gli esecutori materiali dell’abbattimento del DC-9 Itavia. Si processano soltanto militari per reati commessi nel periodo successivo all’incidente: non aver informato correttamente il Governo ai primi di luglio e aver sostenuto, fin verso la fine del 1980, la tesi del cedimento strutturale.
“È stato molto duro sentire ‘entra la Corte’, una frase attesa per venti anni, senza però avere in aula gli autori materiali della strage” commenta Daria Bonfietti; la stessa composta commozione mostrano i familiari presenti componenti delle famiglie Ongari, Filippi, Torres, Ugolini, Giau Bonfietti, Davì, Lachina, De Dominicis, Pinocchio, Fontana, Fucarino, Cerami e Cammarata.
Nel processo i difensori degli imputati chiedono che non siano accettati come parti civili i rappresentanti dei parenti delle vittime, ma la Corte accoglie la costituzione dei singoli familiari.
Sottolineando l’attenzione allo scenario internazionale, il presidente dell’ARCI Tom Benetollo assieme all’Associazione rivolge un appello a Ciampi, presidente della Repubblica, e a D’Alema, presidente del Consiglio: “Chiediamo comportamenti adeguati alla drammatica gravità del caso, e di intraprendere iniziative di grande vigore a livello internazionale per fare piena luce sui fatti e ridare all’Italia la sua dignità di Paese libero, integro nei suoi confini, tutelato nei collegamenti”.
Afferma Daria Bonfietti: “È più che mai importante avere un sussulto di dignità nazionale che, dinanzi all’eclatante lesione di sovranità subita dal nostro Paese, sappia imporre agli Stati coinvolti quella collaborazione necessaria per conoscere tutta la verità”.
“I-TIGI Canto per Ustica” è lo spettacolo con cui Bologna 2000, capitale europea della cultura, ricorda il 20° anniversario della strage. Protagonista è Marco Paolini, coautore del testo con Daniele Del Giudice; l’allestimento è proposto sia a Bologna sia a Palermo, “per unire nel ricordo due piazze e due città e con esse l’Italia che non dimentica”. Significativa è la presenza in scena di un quartetto vocale: Giovanna Marini, Patrizia Bovi, Francesca Breschi e Patrizia Nasini.
“Sarebbe bello – per l’attore bellunese – far sentire che nello spazio tra le due città ci sta dentro il resto dell’Italia che non sta a guardare, che non si chiama fuori da quel che le succede, che chiede giustizia e non vendetta, che non urla e non si agita, ma con ostinazione e pacatezza persegue il suo scopo”.

Marco Paolini con il suo teatro civile ha già incontrato grandi storie italiane, come ad esempio ne “Il racconto del Vajont”. A Bologna, nel 2000 città capitale europea della cultura, affronta il dramma di Ustica, partendo dalla sentenza-ordinanza del giudice Priore e avvalendosi della collaborazione di Daniele Del Giudice in uno spettacolo arricchito per la parte musicale della partecipazione di Giovanna Marini e del suo quartetto. Prodotto dall’Associazione assieme a Accademia Perduta/Romagna Teatri, sarà replicato a Bologna e Palermo e ripreso dai Rai 2.

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