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1998

1998

Il giudice Priore chiude l’inchiesta sul disastro del DC-9 Itavia, gli atti sono a disposizione dei pubblici ministeri.
Queste le richieste: rinvio a giudizio per quattro generali (Bartolucci, Ferri, Melillo e Tascio) con l’accusa di attentato contro organi costituzionali, per sei tra ufficiali e sottufficiali per falsa testimonianza. Per altri militari si chiede di non doversi procedere o perché il fatto non sussiste o per non aver commesso il fatto o per intervenuta prescrizione. I pm Salvi, Roselli e Nebbioso chiedono di non procedere per il reato di strage “perché ignoti gli autori del reato”.
I generali Nardi e Fazzino, coordinatori del Comitato studi per Ustica e del Centro studi militari aeronautici affermano: “Siamo di fronte all’ennesima incapacità da parte di alcuni magistrati di sottrarsi alla suggestione creata nell’opinione pubblica italiana da una scandalosa campagna di disinformazione sulla tragedia del DC-9”. La “responsabilità morale” di Daria Bonfietti, “deriva dall’opposizione sua e dell’Associazione, con ogni pressione possibile sull’opinione pubblica e di conseguenza sulla Magistratura, all’esplorazione di ogni altra possibilità che non fosse quella del missile per identificare le cause della caduta del DC-9”.
Nel dibattito che si sviluppa nel Paese va segnalato che il generale dei carabinieri Bozzo dichiara che il 27 giugno 1980 ha visto alzarsi in volo molti aerei militari dalla base di Solenzara, in Corsica, vicino alla quale era in vacanza. Gli aerei si sono alzati dalle 16 alle 24. Bisogna ricordare che la Francia ha affermato che la base ha cessato ogni attività alle 17.
“Negli anni ’80, americani e francesi facevano nel Mediterraneo quello che volevano senza alcun controllo da parte italiana”. Questo il giudizio del capo di Stato maggiore dell’Aeronautica Mario Arpino alla Commissione Stragi. “All’epoca in Aeronautica c’erano dei cialtroni e di questo stiamo ancora oggi pagando un prezzo. Ma non per questo si deve crocefiggere un’intera forza armata”.
“È un anniversario molto importante, ci aspettiamo che la Magistratura ricostruisca con chiarezza quello che avvenne la notte del 27 giugno 1980 nel cielo di Ustica e sappia con altrettanta chiarezza, forza e determinazione trovare e indicare le responsabilità da perseguire penalmente”. Lo sottolinea la senatrice Bonfietti, in videoconferenza tra Bologna e Palermo per il 18° anniversario della strage.
I sindaci Walter Vitali di Bologna e Leoluca Orlando di Palermo annunciano un progetto culturale fino al 2000 “Bologna-Palermo, una linea non interrotta”, a memoria delle vittime. Orlando afferma: “Rinnoviamo la richiesta di verità su una delle pagine al tempo stesso la più chiara e la più misteriosa della storia. Non si riesce a far rimarginare una ferita aperta tra lo Stato-apparato e lo Stato-comunità. È importante che Palermo e Bologna siano ancora qui, a riprova di una profonda collaborazione che oggi vogliamo ribadire con forza”.
“Bologna e Palermo – ha risposto Vitali – hanno saputo reagire con determinazione al terrorismo e alla mafia. Quella notte c’era uno scenario di guerra nel cielo di Ustica. Tutto poteva essere conosciuto già all’indomani della tragedia, ma i troppi silenzi ci hanno portato a una sola certezza: la prima fase istruttoria si è conclusa e lo dobbiamo soltanto all’Associazione Parenti delle Vittime”.
In prima nazionale, è presentata a Bologna l’opera lirica “Unreported inbound Palermo”, di Alessandro Melchiorre con testo di Daniele Del Giudice, che ripercorre in tempo reale gli istanti che hanno preceduto la deflagrazione.

In forma definitiva l’opera lirica “Unreported inbound Palermo” di Alessandro Melchiorre, testo di Daniele Del Giudice, prodotta dal Teatro Comunale di Bologna e dalla Pocket Opera Company di Norimberga viene rappresentata, in prima nazionale, alla Fiera di Bologna.

Il programma radiofonico “Caterpillar” di Rai

La fase operativa dell’istruttoria è terminata e il giudice istruttore e i pm si apprestano alla redazione finale delle conclusioni.
Al centro delle loro attenzioni è tornato questo tracciato, l’unico elemento sopravvissuto alla distruzione delle prove perpetuato nell’immediatezza dell’evento. Bisogna ricordare che della presenza di questo significativo elemento non è stato informato il Governo e che in vari modi si è fatto di tutto per tenere nascosto nella sua interezza questo tracciato, che mostra chiaramente la rotta del DC-9 e, a sinistra, i segnali (plot) della presenza di una manovra d’attacco. Coloro che ne hanno presa visione, fin dai primi giorni, hanno rilevato l’importanza di questa documentazione, dal tecnico della McDonnell Douglas, già nel luglio 1980, all’esperto americano John Macidull alla fine dello stesso anno.
Soltanto l’impegno dei periti dell’Associazione però riporta l’attenzione sul documento, fino a rilevare con adeguati studi, che nella rotta del DC-9 si individuano i segnali della presenza di un altro velivolo. Poi arriverà il contributo della NATO per delineare una completa ricostruzione della situazione nel cielo che, collocando correttamente questo primo elemento, permette la ricostruzione definitiva dell’evento.

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