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1994

1994

“Fu un ordigno esplosivo collocato nella toilette a provocare il disastro del DC-9 Itavia che la sera del 27 giugno 1980 precipitò nel tratto di mare antistante l’isola di Ustica”: queste le conclusioni all’unanimità del collegio internazionale di esperti (collegio Misiti) incaricato di stabilire le cause della strage.
La perizia conclusiva, 1.280 pagine raccolte in cinque volumi (più 24 allegati), viene depositata negli uffici del giudice istruttore Rosario Priore.
È una conclusione totalmente in contrasto con le perizie “preparatorie”: dalla perizia esplosivistica che aveva escluso un’esplosione interna, a quella chimica, che aveva giudicato improbabile l’esplosione interna e a quella medico-legale, giunta alle conclusioni che, in assenza di ustioni e di altre tracce, la morte era stata determinata da un’esplosione esterna.
Anche l’analisi dei materiali ripescati in fondo al mare (ali, fusoliera, una parte di coda, vano della toilette, lavabo e tubo di scarico) e analizzati per accertare l’usura del metallo, conferma che sui reperti esaminati si riscontrano i segni tipici provocati da un’esplosione dall’esterno.
La Procura di Roma non condivide le conclusioni del collegio peritale. Il procuratore Michele Coiro e i sostituti Giovanni Salvi e Vincenzo Roselli affermano che “la parte conclusiva dell’elaborato peritale concernente l’ipotesi di esplosione interna è affetta da tali e tanti vizi di carattere logico, da tante contraddizioni e distorsioni del materiale probatorio raccolto nella fase descrittiva e nelle perizie collegate, da essere inutilizzabile”.
“La relazione dei periti d’ufficio sulla sciagura di Ustica, depositata in luglio e favorevole all’ipotesi dell’esplosione di una bomba a bordo, è caratterizzata da povertà e assoluta carenza di metodo scientifico e la contraddittorietà del lavoro è tale da rendere ‘inspiegabili’ gli assunti della relazione stessa”. Lo affermano i consulenti dell’Associazione (Algostino, Pent, Cancelli, Tartaglia, Vadacchino, tutti del Politecnico di Torino).

“Ma con che coraggio ridete delle tragedie?”. Se lo chiede Michele Serra presentando il dossier di Cuore “Com’è profondo il mare – La strage di Ustica e la satira: moralità della risata e immoralità della menzogna”. Ma è proprio vero che con le vignette si può parlare della vita, si può spingere all’impegno, si può portare alla riflessione ed è invece proprio la menzogna, il nascondere, il negare che dannosamente ostacola il confronto civile e la ricerca della verità, elementi ancora essenziali per la democrazia di un Paese.
Le manifestazioni per l’Anniversario che avevano come slogan “Il mare trasparente di Ustica” e, oltre a interessare Bologna e Palermo, abbracciano Ustica con le barche dei circoli della vela UISP e con una serata, nella piazzetta principale, con le musiche del complesso di Accademia Bizantina diretto da Carlo Chiarappa.

La ricerca della verità da parte dei mezzi di informazione è al centro di un confronto tra giornalisti degli Stati Uniti e dell’Italia. I saluti introduttivi sono di Federico Castellucci, presidente del Consiglio regionale Emilia-Romagna, di Pier Luigi Bersani, presidente Giunta regionale Emilia-Romagna e di Lamberto Cotti, presidente Provincia di Bologna.
Portano le loro esperienze americane Carl Bernstein – protagonista del caso Watergate – e l’avvocatessa Sheryl Walter. Parlano del nostro paese Claudio Gatti, “L’Europeo”; Andrea Purgatori, “Corriere della Sera”; Gianluigi Melega, “L’Espresso”; Francesco La Licata, “La Stampa”. Coordina il direttore dell’Agenzia Giornali Locali, Maurizio De Luca. Si affrontano tematiche legate al ruolo delle legislazioni per la trasparenza e delle associazioni dei cittadini con interventi di Giampiero Rasimelli, presidente ARCI nazionale, dell’assessore regionale Luigi Mariucci, di Fabrizio Clementi e Paola Marsocci, ANCI nazionale, e del professore Eligio Resta dell’Università di Napoli. I contributi sulle esperienze dei giudici sono di Vittorio Borraccetti, Felice Casson, Gherardo Colombo, Giovanni Palombarini. I lavori sono chiusi da Giovanni Galloni, vicepresidente CSM, Luciano Violante, vicepresidente della Camera e dal ministro degli Interni Roberto Maroni.

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