Skip to content

2006

2006

In maggio Raffaela Bruni, direttore del settore Edilizia e Patrimonio del Comune di Bologna, prende in consegna il relitto del DC-9 e dà il via alla realizzazione del Museo per la Memoria di Ustica. Iniziano le operazioni di smontaggio delle migliaia di brandelli dell’aereo recuperati in fondo al mare e attaccati a uno scheletro di ferro realizzato per ricostruire la carcassa ad uso delle perizie. Per due mesi lavorano dipendenti comunali e Vigili del fuoco, diretti dall’ingegner Gregorio Agresta. “Prima abbiamo diviso il relitto in tre parti costruendogli attorno una seconda gabbia di protezione – racconta Modesto – poi abbiamo rinforzato le parti più deboli e solo alla fine abbiamo iniziato le operazioni di carico”. Tutti i pezzi, prima dello smontaggio, sono stati rinumerati secondo la numerazione originale dei reperti.
Mezzi speciali trasportano il DC-9 a Bologna; sui primi tre i tronconi principali dell’aereo: lo scheletro della prua e cinque brandelli di metallo, 12 oblò del corpo centrale e la ‘A’ finale di Itavia, pezzi di carlinga piuttosto grandi. Su altri due mezzi viaggiano i pezzi più voluminosi: il troncone di coda e l’ala destra. In camion chiusi è caricato tutto ciò che non è materiale metallico: salvagenti, sedili, cinture di sicurezza, frigorifero di bordo, effetti personali dei passeggeri.
Il convoglio parte da Pratica di Mare nella notte. Come 26 anni prima il DC-9 riattraversa l’Italia e l’Appennino: quella notte lo fece in cielo e con le sue forze, scendendo verso sud e sparendo dai radar nel punto “Condor” sopra il Mediterraneo. Stavolta, invece, lo fa percorrendo l’A1, adagiato su camion che viaggiano molto lentamente, scortati dalla Polizia stradale. Il mattino successivo il convoglio è a Bologna dopo circa 12 ore di viaggio: davanti alla caserma dei Vigili del fuoco lo attendono il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, tutte le autorità di Provincia e Regione e i rappresentanti dell’Associazione.
“Caterpillar” (Rai Radio 2) racconta in diretta il lungo viaggio notturno con le voci di molti che hanno intrecciato la loro vita con questa vicenda: Massimo Cirri, Daria Bonfietti, Erminio Amelio, Alessandro Gamberini, Marco Paolini, Sergio Cofferati, Andrea Purgatori, Marco Risi, Daria Lucca.
“Quello che è arrivato oggi a Bologna non è solo una cosa inanimata, un relitto, ma è un punto nella storia della città – sottolinea il sindaco Cofferati – la comunità bolognese ha vissuto drammaticamente quei momenti e ha continuato a ricordare con una compattezza significativa. Ricordare, per evitare che si ripetano avvenimenti di questa natura, è fondamentale per chi li ha vissuti e ancora di più per chi li trova, o li dovrebbe trovare, nei libri di scuola”.
A Palermo intanto i giudici del Tribunale civile cominciano a emettere sentenze di colpevolezza per i comportamenti dei Ministeri della difesa e dei trasporti.
In occasione del 26° anniversario della strage Daria Bonfietti sottolinea: “Dalla recente legge per le vittime del terrorismo (n. 206/2004) sono stati esclusi due tragici eventi che hanno particolarmente colpito la città di Bologna, Ustica e la vicenda della Uno Bianca. Per rimediare a questa inaccettabile ingiustizia, parlamentari di tutti gli schieramenti hanno presentato un disegno di legge: chiediamo che tale iniziativa venga ripresa con forza”.

La coda del DC-9 trasportata lungo l’autostrada da un mezzo dei Vigili del fuoco.

All’arrivo del relitto del DC-9 a Bologna, il sindaco Sergio Cofferati e la presidente della Provincia Beatrice Draghetti si stringono con affettuosa partecipazione ai parenti delle vittime.

Nasce l’Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica. Racconta la presidente Daria Bonfietti, sorella di Alberto, anch’egli tra i…

Per la prima volta ufficialmente la Magistratura scrive la parola missile come causa della tragedia di Ustica. I periti Massimo…

Con la consegna della perizia Blasi sembra che davvero la verità cominci a farsi strada, ma gli stessi periti, richiesti…

Tutti gli articoli
Torna su