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1989

1989

Per la prima volta ufficialmente la Magistratura scrive la parola missile come causa della tragedia di Ustica.
I periti Massimo Blasi, Ennio Imbimbo, Leonardo Lecce, Mariano Migliaccio, Carlo Romano, Raffaele Cerra, che erano stati nominati nel novembre ‘84 dal giudice istruttore Vittorio Bucarelli, affermano: “Tutti gli elementi a disposizione fanno concordemente ritenere che l’incidente occorso al DC-9 I-TIGI sia stato causato da un missile esploso in prossimità della zona anteriore dell’aereo. Allo stato odierno mancano gli elementi per precisare il tipo, la provenienza e l’identità del missile stesso”.
La qualità e la professionalità dei periti hanno permesso di riprendere l’attività che negli anni precedenti era stata svolta dalla Commissione Luzzatti, nominata, il 28 giugno 1980 a poche ore dal disastro, dal ministro dei Trasporti Rino Formica.
Non mancano le reazioni polemiche. L’Aeronautica vede nella perizia “una chiave di interpretazione oggettivamente rivolta a coinvolgere la forza armata, gettando ingiustificato discredito sul suo operato”.
Interviene anche la Commissione governativa Pratis, nominata nel 1988 dal presidente del Consiglio Ciriaco De Mita, che, pur nata per controllare le informazioni dai Paesi esteri, ritiene che l’aereo sia stato abbattuto da un missile, ma non scarta l’ipotesi di una bomba collocata a bordo.
Sui lavori di questa Commissione, in seguito, il giudice Priore avanzerà dubbi sulla correttezza degli esperimenti effettuati.
Il 28 giugno sono incriminati per i reati di falsa testimonianza, distruzione di atti e favoreggiamento personale, ventitré tra ufficiali e avieri in servizio la sera del disastro in vari CRAM (Centro Radar Aeronautica Militare). Sono il maggiore Fulvio Salmè, i capitani Adulio Ballini e Avio Giordano e i marescialli Mario Sardu, Tazio Sossio, Salvatore Loi, Claudio Belluomini, Mario Di Giovanni, Giuseppe Gruppuso, Luciano Carico, Antonio Massaro, Pasquale Abate, Giuseppe Vitaggio, Salvatore Orlando, Sebastiano Muti e il sergente Giuseppe Gioia, in servizio presso il 35° Cram di Marsala. Erano invece in servizio presso il 22° Cram di Licola il tenente colonnello Gerardo Abbate e i marescialli Antonio di Micco, Gerardo Rocco, Lucio Albini, Tommaso Acampora e Gennaro Sarnataro. Una posizione a parte ha il tenente colonnello Mario De Crescenzo (Licola) per aver ordinato la distruzione dei tracciati radar.
Bisogna ricordare che, per la sentenza ordinanza del giudice Priore (1999), andranno a processo soltanto i vertici dell’Aeronautica Militare per il reato di alto tradimento che prevedeva fino all’ergastolo, mentre per tutti i restanti reati individuati scatterà, a venti anni dai fatti, nella maggior parte dei casi la prescrizione.
Mentre infuria la polemica, il leader libico Mu’ammar Gheddafi scrive al capo dello Stato Francesco Cossiga stigmatizzando le manovre Nato nel Mediterraneo: “Non avete scordato certamente il delitto e la tragedia occorsa al DC-9 dell’Itavia, abbattuto il 27 giugno 1980, in cui hanno perso la vita decine e decine di vittime, a causa dell’aggressione e in conseguenza della presenza delle basi e delle flotte militari nel Mediterraneo”.
La Libia, d’altronde, fin dal necrologio pubblicato sul quotidiano “L’Ora” di Palermo nell’immediatezza della tragedia, ha sempre sostenuto che l’obiettivo dell’attacco al DC-9 era il suo stesso leader.

Fiaccolata in memoria delle vittime, 27 giugno 1989, Bologna, Piazza Maggiore.

Un momento del dibattito “Capire: Stragi e poteri” svoltosi il 1° agosto nel Palazzo dei Notai a Bologna. Coordinati dallo storico dell’arte, consigliere comunale Eugenio Riccomini, i giornalisti Antonio Ramenghi, caporedattore de “la Repubblica”; Mauro Bassini, capocronista de “il Resto del Carlino” e Gigi Marcucci de “l’Unità” dialogano con la presidente dell’Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica, con il legale di parte civile Romeo Ferrucci e con Corrado Augias, conduttore di “Telefono Giallo”.

Per la prima volta la Magistratura scrive la parola missile come causa della tragedia di Ustica: con “l’albero delle possibilità” i periti danno una rappresentazione grafica del loro percorso per giungere a questa conclusione.

2 agosto 1989: insieme a Torquato Secci e Paolo Bolognesi dell’Associazione 2 Agosto 1980, in occasione delle iniziative per ricordare le vittime della bomba alla Stazione Centrale di Bologna. È un segnale di solidarietà e comunanza nell’impegno per la verità.

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