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2004

2004

La Terza Corte d’Assise di Roma, presieduta da Giovanni Muscarà, assolve i generali dell’Aeronautica Lamberto Bartolucci, Franco Ferri, Zeno Tascio e Corrado Melillo da tutte le accuse loro contestate. Per un capo di imputazione, nei confronti di Ferri e Bartolucci, riguardante l’informazione alle autorità politiche della presenza di altri aerei la sera dell’incidente, il reato è considerato prescritto.
L’assoluzione non significa che non fu commesso alcun reato: la Corte d’Assise, infatti, ha individuato responsabilità nelle condotte dei generali Lamberto Bartolucci e Franco Ferri in merito alle informazioni che hanno fornito, in maniera errata, alle autorità politiche. In particolare i giudici hanno evidenziato le informazioni errate fornite dai due alti ufficiali che esclusero il possibile coinvolgimento di altri velivoli la sera del 27 giugno 1980.
La Sentenza chiude un dibattimento cominciato il 28 settembre 2000, nel corso del quale, in centinaia di udienze, sono stati ascoltati migliaia di testi.
I pm Erminio Amelio, Maria Monteleone e Vincenzo Roselli avevano chiesto la condanna a sei anni e nove mesi di reclusione, di cui quattro condonati, per i generali Lamberto Bartolucci e Franco Ferri. Per gli altri due generali, Zeno Tascio e Corrado Melillo, avevano chiesto l’assoluzione per non aver commesso il fatto.
“Nel quadro delle diverse contestazioni mosse agli imputati è emersa in termini oggettivi la fondatezza dei rilievi aventi ad oggetto specificamente l’omesso riferimento all’autorità governativa nel mese di luglio 1980 dei risultati dell’analisi dei dati emergenti dalle registrazioni del radar Marconi e, nella nota del 20 dicembre 1980, la disinformazione in merito al possibile coinvolgimento nel disastro di altri aerei”.
“Una sentenza chiarissima, quella della Terza Corte d’Assise di Roma, che restituisce l’onore agli imputati accusati di depistaggi sulla vicenda di Ustica” commenta il generale Enrico Pinto, coordinatore del Comitato studi su Ustica.
“È un momento molto faticoso per me, ma io non mollo” ha detto la signora Fortuna Davi, moglie di una delle vittime della strage di Ustica, al momento della lettura della sentenza nell’aula bunker di Rebibbia. “Bisogna ricordarsi – ha aggiunto tra le lacrime – che 81 cittadini italiani sono morti. Il certificato di morte di mio marito dice: cittadino morto in mare. Questa è la mia fatica, questo il motivo per il quale non voglio mollare”.
In occasione dell’anniversario il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi scrive in un messaggio indirizzato ai parenti delle vittime che si incontrano a Bologna: “Il ricordo delle vittime di Ustica è sempre vivo in me e mi spinge a confermare ai familiari la mia piena solidarietà, confortato dalla considerazione che la tenace volontà di accertare le cause di un evento che ha generato tanto dolore, ha dato, dopo tanto tempo, importanti frutti di verità”.

Un tremendo episodio della Resistenza, l’uccisione dei sette fratelli Cervi, rivive a Bologna nell’interpretazione degli attori del Teatro dell’Orsa. Lo spettacolo ha vinto l’edizione 2003 del Premio Scenario. Nella serata bolognese la stessa Maria Cervi, figlia di uno dei Martiri, consegna il premio.

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