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CRONOLOGIA

15 GIUGNO 1980
Riunione al Cairo degli oppositori libici. Gheddafi reagisce con una mobilitazione ai confini egiziani.

22/23 GIUGNO 1980
Venezia, vertice dei paesi industrializzati.

26 GIUGNO 1980
Una rivista americana rivela l’esistenza di un ponte aereo per l’invio di aiuti militari al Cairo.

27 GIUGNO 1980
Caduta DC-9 Itavia: alle 20.59.45 le tracce scompaiono dai radar. 81 vittime.
Sul volo del DC-9 rimane un unico tracciato del radar di Ciampino, tutta l’altra documentazione risulta distrutta.
Nella notte si costituisce un gruppo di lavoro presso l’ambasciata americana.

28 GIUGNO 1980
Il controllore di volo Alberto Dettori racconta “Questi qui ci fanno trovare nei casini senza sapere né come né perché”. Confida alla cognata che c’entra Gheddafi.
Viene nominata la Commissione d’inchiesta ministeriale Luzzatti.
Comincia ad indagare a Palermo il procuratore Guarino che subito nomina una commissione peritale.
Mancherà ogni tipo di documentazione, tranne un unico tracciato del radar di Ciampino con tre segni (plot) che fanno pensare ad una manovra d’attacco

1 LUGLIO 1980
Sulla Saratoga salgono un prefetto, il comandante della Flotta da battaglia e il comandante dell’Aviazione della Marina.

10 LUGLIO 1980
Il ministro della difesa Lagorio riferisce alle Camere che il cielo attorno al DC-9 era completamente sgombro, nessun aereo in volo, nessun problema rilevato. Quindi non è informato dell’esistenza dei tracciati radar che rivela la presenza di una possibile manovra di attacco contro il DC-9.

11 LUGLIO 1980
La Procura di Roma riceve gli atti da Palermo, indagherà il PM Giorgio Santacroce che per tutta la sua inchiesta opererà senza nominare periti.

18 LUGLIO 1980
Viene rinvenuto un Mig libico sulla Sila.

25 NOVEMBRE 1980
L’esperto del NTSB americano Macidull sottolinea la presenza nei tracciati radar di una manovra d’attacco al DC-9, basandosi sul tracciato radar di Ciampino.

5 DICEMBRE 1980
La commissione Luzzatti esclude il cedimento strutturale.

18 DICEMBRE 1980
Il giudice Santacroce incrimina il presidente Itavia, Davanzali, perché sostiene la tesi del missile.

20 DICEMBRE 1980
Lo stato maggiore dell’Aeronautica, con una nota ufficiale trasmessa anche alla Magistratura, informa il Governo che l’incidente al DC-9 è accaduto in zona libera da altri voli, senza nessun segno né di collisione né di esplosione né esterna né interna; uno scenario che lascia spazio soltanto all’ipotesi di un cedimento strutturale.
La stessa Commissione Stragi affermerà che si tratta di una prova di forza verso Governo e Magistratura per imporre la propria “linea” e infatti la Magistratura perderà ogni determinazione nell’indagine.

16 MARZO 1982
Terminano i lavori della commissione ministeriale Luzzatti: deflagrazione di un ordigno interno o esterno.

10 GENNAIO 1984
Le indagini passano al giudice istruttore Vittorio Bucarelli.

21 NOVEMBRE 1984
Il giudice Bucarelli, prendendo atto dell’inadeguatezza delle precedenti indagini, nomina una commissione peritale che prenderà il nome dal suo coordinatore, il professor Massimo Blasi.

27 GIUGNO 1986
Nasce il Comitato per la verità su Ustica presieduto dall’ex presidente della Corte Costituzione, Francesco Bonifacio, ne fanno parte Adriano Ossicini, il Sen. Pietro Scoppola, i deputati Antonio Giolitti, Pietro Ingrao e Stefano Rodotà e il sociologo Franco Ferrarotti.

30 SETTEMBRE 1986
Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giuliano Amato, annuncia l’intenzione del Governo di procedere al recupero del relitto del DC-9.

31 MARZO 1987
Viene trovato impiccato ad un albero il maresciallo dell’Aeronautica Mario Alberto Dettori. Non era ancora stato interrogato.

6 MAGGIO 1988
Nel corso della trasmissione televisiva di Rai 3 “Telefono giallo”, di Corrado Augias un anonimo aviere in servizio al radar di Marsala afferma che le tracce radar erano evidenti ma il responsabile del servizio aveva invitato tutti a farsi gli affari propri.

28 FEBBRAIO 1988
Nasce l’Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica presieduta da Daria Bonfietti.

16 MARZO 1989
Il collegio dei periti Blasi consegna la sua relazione: il DC-9 è stato abbattuto da un missile.

28 GIUGNO 1989
I giudici incriminano, per falsa testimonianza e favoreggiamento, ventitré tra ufficiali e avieri in servizio la sera del disastro nei centri radar della Difesa di Licola e Marsala.

26 MAGGIO 1990
Due periti del collegio Blasi si dissociano dalle conclusioni consegnate al giudice il 16 marzo 1989 mentre gli altri tre esperti ribadiscono che ad abbattere l’aereo è stato un missile aria-aria non italiano.

23 LUGLIO 1990
L’inchiesta sul disastro passa al giudice istruttore Rosario Priore che conferma i periti, già individuati da Bucarelli in ambito internazionale, la guida viene affidata al professor Aurelio Misiti.
Inizia dopo 10 anni una fase positiva delle indagini.

27 GIUGNO 1991
Nelle sale cinematografiche viene proiettato il film inchiesta “Il muro di gomma” di Marco Risi che era stato protagonista al Festival del Cinema di Venezia.

15 GENNAIO 1992
Il giudice Priore incrimina 13 alti ufficiali dell’Aeronautica e li accusa di aver depistato le indagini sulla strage. Tra loro vi sono i generali Lamberto Bartolucci, Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, Franco Ferri, sottocapo di Stato Maggiore, Zeno Tascio, Capo del SIOS, e Corrado Melillo, Capo del terzo reparto dello Stato Maggiore. Il reato ipotizzato è quello di attentato contro l’attività del governo con l’aggravante dell’alto tradimento e della falsa testimonianza, in relazione all’accusa di strage ipotizzata contro ignoti.

14 APRILE 1992
La Commissione Stragi, presieduta dal senatore Libero Gualtieri, approva la relazione conclusiva sul caso Ustica, che segnala in modo pesante reticenze e menzogne di poteri pubblici e istituzioni militari. Afferma che è giunto il momento di chiedere conto di quanto è accaduto nei cieli italiani.

7 GENNAIO 1998
Il giudice Priore chiude l’inchiesta.

31 LUGLIO 1998
I pubblici Ministeri romani Settembrino Nebbioso, Vincenzo Roselli e Giovanni Salvi chiedono il rinvio a giudizio per i generali dell’Aeronautica militare Lamberto Bartolucci, Zeno Tascio, Corrado Melillo e Franco Ferri. L’accusa è di attentato contro gli organi costituzionali.

8 APRILE 1999
Al giudice Priore giungono le conclusioni dei periti radaristi che hanno avuto finalmente una determinante collaborazione della Nato: l’incidente al DC-9 è occorso a seguito di azione militare di intercettamento verosimilmente nei confronti dell’aereo nascosto nella scia del DC-9: l’aereo di linea è rimasto vittima fortuita di tale azione. Lo scenario così delineato è perfettamente congruente con tutti i dati disponibili e per di più offre spiegazioni logiche a tutta una serie di fatti fino a quel momento inspiegabili, determinati dalla necessità di mantenere segreta una operazione militare che tale doveva rimanere. A tale riguardo i fatti più rilevanti sono: la reticenza dell’Aeronautica e più in generale del personale in servizio nei vari siti al momento dell’incidente, la mancata collaborazione internazionale alle ripetute rogatorie dell’autorità giudiziaria, le innumerevoli incongruenze registrate nella vicenda del MiG caduto in Sila, la sparizione di dati e reperti che sarebbero stati fondamentali per l’inchiesta, le illogicità presenti in ipotesi alternative come quella della presenza di una bomba a bordo.

31 AGOSTO 1999
Il giudice Rosario Priore rinvia a giudizio i generali Lamberto Bartolucci, Zeno Tascio, Corrado Melillo e Franco Ferri per attentato contro gli organi costituzionali con l’aggravante dell’alto tradimento, mentre dichiara di non doversi procedere per strage perché “ignoti gli autori del reato”. Per Priore il DC-9 è stato abbattuto, “è stata spezzata la vita a 81 cittadini innocenti con un’azione, che è stata propriamente atto di guerra, guerra di fatto e non dichiarata, operazione di polizia internazionale coperta contro il nostro Paese, di cui sono stati violati i confini e i diritti. Nessuno ha dato la minima spiegazione di quanto è avvenuto”.

30 APRILE 2004
Si chiude il processo sui depistaggi: la Corte d’Assise di Roma assolve i generali dell’Aeronautica Lamberto Bartolucci, Franco Ferri, Zeno Tascio e Corrado Melillo. Per le informazioni errate fornite al Governo in merito alla presenza di altri aerei la sera dell’incidente, il reato è considerato prescritto.

15 DICEMBRE 2005
I giudici della prima Corte d’Assise d’Appello di Roma, presieduta da Antonio Cappiello, confermano assoluzione.

25 GIUGNO 2006
Il relitto del DC-9 Itavia viene trasferito dall’hangar dell’aeroporto di Pratica di Mare a Bologna. Trasportati da un lungo convoglio di mezzi dei Vigili del fuoco, i resti del velivolo, verranno riassemblati nel Museo per la Memoria di Ustica.

25 GENNAIO 2007
Il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga in un’intervista a Radio Rai parlando della strage di Ustica scagiona Libia e Stati Uniti e afferma di non poter dire, pur sapendolo, qual è il Paese alleato che “puntando male un missile” colpì il DC-9. Poi incolperà i francesi.

30 MAGGIO 2007
La seconda sezione civile del Tribunale di Palermo condanna i Ministeri dei Trasporti e della Difesa a risarcire alcuni parenti.

27 GIUGNO 2007
Viene inaugurato a Bologna il Museo per la Memoria di Ustica con la presenza di una installazione di Christian Boltanski.

21 GIUGNO 2008
La procura di Roma riapre l’inchiesta sulla strage di Ustica, dopo le dichiarazioni del presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga.

15 GIUGNO 2010
La Corte d’Appello di Palermo conferma la condanna dei Ministeri, dei Trasporti e della Difesa a risarcire familiari di alcune vittime del disastro aereo di Ustica.

10 SETTEMBRE 2011
I familiari delle vittime saranno risarciti dai Ministeri della Difesa e dei Trasporti. Lo ha deciso il giudice Paola Proto Pisani della terza sezione civile del Tribunale di Palermo. Il Tribunale, ricostruendo i fatti accaduti la sera del 27 giugno 1980, ha ritenuto responsabili i Ministeri per non avere garantito la sicurezza del volo Itavia, ma anche per l’occultamento della verità, con depistaggi e distruzione di atti.

27 SETTEMBRE 2012
La Corte d’Appello di Roma condanna, per omessa attività di controllo e sorveglianza, i Ministeri della Difesa e dei Trasporti a risarcire le Aerolinee Itavia Spa.

13 NOVEMBRE 2012
La Terza sezione civile della Corte di Cassazione condanna definitivamente i Ministeri dei Trasporti e della Difesa a risarcire i ricorrenti familiari del volo Itavia.

22 OTTOBRE 2013
Nel nuovo processo d’Appello disposto dalla terza sezione civile della Corte di Cassazione viene valutata la responsabilità dei Ministeri della Difesa e dei Trasporti nel fallimento della compagnia Itavia. La sentenza della Corte Suprema conferma che ad abbattere il DC-9 fu un proprio un missile e che le indagini subirono dei depistaggi.

11 MARZO 2015
La Corte d’Appello civile di Palermo conferma la condanna ai Ministeri della Difesa e dei Trasporti al risarcimento dei familiari delle vittime, ribadendo che ad abbattere il DC-9 fu un missile e che non furono garantite adeguate condizioni di sicurezza al volo.

13 GENNAIO 2016
Il Tribunale civile di Palermo condanna i Ministeri della Difesa e dei Trasporti a risarcire complessivamente circa 12 milioni di euro a 31 familiari delle vittime. Secondo i giudici della terza sezione civile il disastro del volo Itavia fu causato con “elevata probabilità” da un missile o da una “quasi collisione” con un altro velivolo.

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